Mammanelli: La prima apparizione
Il veggente, Signor Giuseppe
Auricchia di Avola (Siracusa), nato nel 1916, agricoltore con la quinta
elementare, marito, padre e nonno, narra così l’inizio degli avvenimenti di
Mammanelli:
“Era il 23 agosto del 1989, periodo di raccolta delle mandorle,
ero in campagna e tornavo al caseggiato per la pausa pranzo, ed ivi trovai una
Donna vestita di nero con un Bambino vicino alla porta, la salutai e le domandai
cosa cercava, mi rispose che era stanca e che aveva bisogno di vitto e di
riposo.
La invitai ad entrare nel caseggiato e le portai il pane ed il
companatico della mia colazione sopra il tavolo, le dissi che potevano consumare
tutto e che di fronte c’era la stanza da letto per riposare e che nessuno li
avrebbe disturbati.
Poi me ne tornai al lavoro. Dopo un po’ per il forte
caldo di quel giorno mi addormentai sotto un albero di ulivo, di un sonno lungo
e felice.
Mi svegliai molto più tardi, ritornai al caseggiato ed
entrando nel cortile trovai le porte e le finestre aperte, le avevo lasciate
chiuse. Chiamai la Signora dalla porta ma non ebbi risposta, mi avvicinai alla
camera da letto e richiamai la Signora ma non ebbi risposta, non c’era nessuno,
vidi che il letto non era stato toccato, era sparita Lei ed il suo Bambino.
Dopo un mese ritornò di nuovo e si ripeté la stessa ed identica cosa,
così pensai che se fosse ritornata una terza volta, avrei dovuto chiederle il
nome, il perché cerca cibo e non lo mangia, chiede riposo e non riposa.
Venne la terza volta e questi miei propositi svanirono, come se qualcuno
me li avesse tolto dalla testa.
Toccando le spalle del Bambino di circa sei
anni di età gli dissi che era un bellissimo figliolo e ne elogiai la bellezza.
Egli mi guardò abbozzando un sorriso ma non disse niente.
Il 24
luglio 1990, stavo per chiudere il garage, mentre avevo già chiuso tutte le
altre porte, ad un tratto ci furono tre lampi di luce che mi abbagliarono, non
ci vidi più!
Poi pian piano ritornai a vedere e girandomi verso l’alberello
del Pino vidi una nuvola ovale.
Fu così che vidi La Madonna, nella
nuvola ovale, con tanti raggi luminosi, una coroncina, il manto celeste, una
fascia verde alla vita.
Io tremavo come una foglia a vederla, splendeva in
una luce indescrivibile, aveva i capelli castani a fil d’oro, gli occhi verdi
come il mare, la voce era soave, un’armonia.
Tremavo ancora quando Lei
mi chiamò ma io non volevo andare perché avevo paura, poi mi avvicinai
all’albero, mi buttai a terra gridando e chiedendo a Dio di farmi capire che
cosa stavo vedendo, se era cosa benigna o maligna.
Allora notai i Suoi
raggi che si muovevano mentre mi disse:
“Figlio Mio, non temere, questa volta non sono più vestita di
nero come nel passato, ma di bianco candido perché questa è la Mia veste, non ti
chiederò più vitto su questa Terra perché la Mia fame è fame di anime, e
trepidante è il Mio cuore per voi, siete tutti figli Miei” disse
aprendo le Sue mani, “non ti ho detto ancora chi sono.
Sono la Madre di Dio, pregate, pregate, pregate.
Quando pregate dite
questa piccola preghiera:
MARIA REGINA DEL CIELO E
DELLA TERRA,
ABBI PIETA’ PER L’UMANITA’.
Tornerò e ti parlerò ancora”.
Poi sparì la
luce e sparì ogni cosa, io rimasi inginocchiato facendomi tante domande e
ponendomi interrogativi, chiedendomi se era veramente la Madre di Dio, che cosa
voleva da me?
Cosa dovevo fare? Domande che rimanevano senza risposta.
Poi tornò la seconda volta ed io, che non avevo ancora parlato con
nessuno di questi avvenimenti, nemmeno con la mia signora buonanima, anche se
lei aveva notato qualche cosa in me.
Si chiede se gli venne in mente di
parlarne ad un sacerdote, ma risponde negativamente.
Non ne parlavo con
nessuno, avevo paura, molta paura.
Venne la terza volta e mi rimproverò
come si fa con un bambino, mi disse:
“Perché hai
paura? Tu devi parlare ma soffrirai, a cominciare da questa sera soffrirai. Devi
parlare!”
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